Sotto gli archi di Porta Pretoria, la gente si stringe intorno alla statua dell’alpinista d’antan: occhi rapiti dalla perfezione del legno inciso da Giangiuseppe Barmasse – uno dei tanti artisti che con il loro talento caratterizzano la Fiera di Sant’Orso ad Aosta.
Evento storico conosciuto come la “Millenaria”, questa manifestazione si tiene ogni anno il 30 e 31 gennaio nel centro storico del capoluogo valdostano: due giorni di festa e di grande arte esposta.
Le origini della Fiera di Sant’Orso affondano nel Medioevo quando, intorno alla collegiata omonima, il Santo distribuiva vestiti e sabot – povere calzature per poveri piedi. Questi particolari zoccoli in legno sono oramai tipici della zona, prodotti e venduti anche oggi.
Così come oggi questo evento ha assunto un’importanza straordinaria per celebrare la storia e le tradizioni della Valle d’Aosta. Il tutto grazie agli artigiani e alle aziende locali che per due giorni sfidano il freddo e all’aperto espongono i loro prodotti di grande qualità.
Finemente incisi, il legno, così come la pietra, il cuoio, il ferro, il rame e i vari tessuti diventano arte. Oggetti vivi che si raccontano per raccontare storie d’antica memoria e sapere alla Fiera di Sant’Orso.
Come da tradizione, nel buio delle prime ore del 30 gennaio, gli artigiani caricano i loro prodotti. E dalle varie zone della Valle raggiungono Aosta dove, sui loro banchetti già assegnati e numerati, espongono il loro lavoro.
Alle otto del mattino, dopo la benedizione impartita in francese dal vescovo, la Fiera di Sant’Orso può iniziare: a ogni ora la gente aumenta sempre più – fiumana che inonda le vie del centro per ammirare le opere degli oltre mille artigiani presenti.
Oltre a loro, ci sono anche due spazi per le imprese artigiane e le aziende agroalimentari valdostane: l’Atelier des Métiers in piazza Chanoux e il Padiglione enogastronomico in piazza Plouves, aperti anche dopo la sagra.
Il primo dà casa a 81 professionisti dell’artigianato: camminando lungo gli stand, si trovano sia oggetti ornamentali e torniti sia complementi d’arredo per intere stanze e abitazioni. Tutti di alta qualità.
Nel secondo padiglione, i profumi dei prodotti delle 71 aziende agricole fanno venire l’acquolina in bocca: formaggi e salumi, dolci vini e liquori di ogni tipo, forma e gusto sono lì pronti a essere assaporati.
In zona Teatro Romano, durante i due giorni della Fiera di Sant’Orso, si possono avere piatti da asporto: tutti preparati con prodotti valdostani di eccellenza, proposti da alcune aziende locali.
Prima che il sole tramonti, e gli artigiani ritirino la loro merce dai banchetti per riempirli il secondo e ultimo giorno dell’evento, sulle piazze e per le strade si assiste a esibizioni dal vivo di musica, folklore e rievocazioni di antichi mestieri.
La sera, la Fiera di Sant’Orso continua a vivere nella Veillà: la veglia, in dialetto valdostano, è un antica usanza per ricordare le lunghe notti passate dalle famiglie nelle stalle divertendosi in compagnia.
Così, tra il 30 e il 31 la notte diventa alba: periodo interminabile con esibizioni di gruppi folkloristici, cori improvvisati e la visita alle crotte – le tipiche cantine aperte per l’occasione dai residenti dove si vivono momenti unici annegati da uno o più bicchieri di vin brûlé.
Per approfondire:
Wikipedia
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